SGOMENTO PER LA MORTE IMPROVVISA DELL’ALLENATORE E DIRIGENTE SPORTIVO
LA TESTIMONIANZA DI MILENA GANDOLFI, COMPAGNA DI ADEMARO MOSCONI
L’ESEMPIO DI MISTER MOSCONI, CHE IN PUNTA DI PIEDI HA SERVITO LA CITTA’ AVVIANDO ALLO SPORT CENTINAIA DI RAGAZZI.
UNA TESTIMONIANZA D’AFFETTO TRA LE PIU BELLE SI È VERIFICATA IN QUESTI GIORNI DA PARTE DI TANTI RAGAZZI VENUTI IN PELLEGRINAGGIO A ZOLINO PER SALUTARE E PORGERE LE CONDOGLIANZE A MILENA.


Imola. Dopo la scomparsa di Ademaro Mosconi, 71 anni, sono stati moltissimi i messaggi di cordoglio e l’incredulità per la sua morte così improvvisa. Milena, compagna di Ademaro, ricorda gli ultimi mesi vissuti assieme.
IMMAGINO AVESTE IN PROGRAMMA NUOVI PROGETTI CON LA SOCIETÀ DI CALCIO
“La stagione imminente avrebbe visto i ragazzi del settore maschile fare ingresso nella categoria Giovanissimi, lui ci teneva molto alla nuova attività agonistica maschile, dopo una stagione con gli esordienti, i ragazzi si erano molto affezionati, ma purtroppo, sul più bello alcuni tra i più bravi hanno scelto di passare ad un’altra società, seguendo il vecchio mister. Nonostante tutto, avevamo comunque deciso di iscriverci ugualmente al Campionato”.

“FATELI CORRERE, FATELI GIOCARE”

Ademaro Mosconi


ADEMARO COME REAGÌ A QUESTI IMPREVISTI?
Lui c’è naturalmente rimasto male, ma ha comunque cercato nuovi rinforzi da altre società, ma purtroppo in pochi ci hanno aiutato. Io cercavo di tranquillizzarlo, dicendogli che comunque in questo mondo è normale, ogni società fa la sua gara e vuole i giocatori migliori, anche se sono ragazzi la concorrenza è alta..

ERA DA TANTO CHE ERA IMPEGNATO NEL MONDO DEL CALCIO FEMMINILE..
38 anni: proprio il femminile è nato con lui come Polisportiva La Stalla, all’inizio andavamo in giro con le magliette con la mucca come simbolo, e ci prendevano in giro “sono arrivate le mucche della Stalla. Il suo sogno è stato sempre quello di creare qualcosa di importante per il femminile: direi che ci siamo riusciti, dato che abbiamo avuto quasi tutte le categorie.Nella sua carriera ha allenato anche il Modena di serie A, ha allenato la Morace, la Serra..

L’IMPEGNO DI ADEMARO NON SI SOFFERMAVA SOLTANTO AD ALLENARE..
“Impiegava tutto il giorno a fare i lavoretti per mantenere curato il centro sportivo, tagliava l’erba, lavava gli spogliatoi, ha anche piantato degli alberi che ora sono cresciuti, sono qui davanti a me ora..”



COME AVETE AFFRONTATO IL PERIODO DELLA PANDEMIA?
“Ademaro aveva paura di prendersi il Covid, negli ultimi tempi era diventato molto ansioso, era preoccupato, ultimamente si sentiva debole, si commuoveva più facilmente, lo vedevo nei suoi stati d’animo che era cambiato….Ma non ci siamo mai fermati nell’attività, durante il covid sono arrivati tantissimi bambini e bambine e lui diceva, dobbiamo farli giocare visto il momento drammatico che stiamo vivendo”.

QUAL ERA IL SUO MODO DI APPROCCIARSI AI RAGAZZI?
“Lui ripeteva sempre che dovevano divertirsi questi ragazzi, diceva di farli correre e di farli giocare. Tutti i giovedì faceva attività coi disabili, ma sempre mista, maschi e femmine. C’era stata questa possibilità di fare attività con ragazzi disabili, in collaborazione col Bologna calcio.
I bambini per lui erano tutto, vedeva la loro bontà. Con l’avviamento allo sport non si soffermava soltanto a far calciare un pallone, faceva motoria, li faceva divertire, li portava in giro per il centro sociale, nell’orto.

QUAL È STATO L’INSEGNAMENTO CHE SECONDO TE, E’ RIMASTO PIU IMPRESSO?
“Il rispetto per gli altri. Lui diceva, ragazze, ricordate sempre che dovunque andate c’è sempre qualcuno che pulisce gli spogliatoi e cura il campo: ricordatevi sempre che dovete aver rispetto per i luoghi e per i volontari, loro lo fanno in modo che voi possiate giocare. Ci teneva sempre che venisse lasciato tutto in ordine.

CHE TIPO DI CARATTERE AVEVA ADEMARO?
“Lui è stato sempre una persona molto equilibrata, mi ha sempre dato questa tranquillità e serenità interiore, come del resto credo abbia fatto con i suoi figli. Era la sua caratteristica.