Medicina. Ha dell’incredibile quanto successo a Cristian Cavina, consigliere di opposizione tra le file di “Laboratorio in Comune”. Il fatto è avvenuto proprio in aula, lo scorso 29 aprile (ultimo giorno utile di obbligo di Green Pass in Consiglio Comunale) l’ex militante pentastellato non ha voluto presentare il Green Pass (per una scelta di privacy) prima di entrare in Consiglio. Va ricordato che il medesimo, a ottobre aveva presentato in consiglio comunale proprio un odg contro l’obbligo della certificazione verde sul luogo di lavoro. Dunque, secondo Cavina, questo gesto “è stato anche di coerenza rispetto a quello che avevo comunicato nella stessa aula.”
Ma non finisce qui: poichè il consigliere, il 29 aprile scorso, pur essendosi “tamponato” prima di fare ingresso in Consiglio, aveva fornito un autocertificazione ove dichiarava la sua negatività e il suo possesso del pass. Ma ciò evidentemente non è bastato al Comune medicinese, dato che a termine della seduta gli ha notificato una multa da 600€. E ora Cavina non intende pagarla, promettendo ricorso in tutte le sedi possibili.


Cristian, spiegaci cosa è successo?

“In occasione dell’adunanza del consiglio comunale del 29 Aprile 2022 era ancora necessario possedere ed esibire il green pass, nonostante fosse terminato lo stato di emergenza, pertanto quello stesso pomeriggio avevo eseguito un tampone rapido e mi era stata rilasciata regolare certificazione covid attiva per 48 ore a partire dalle 16:14 del 29/04/22.”

Quando sei arrivato in Consiglio, cosa è successo?
“Alle ore 19 sono arrivato nella sala consiliare e al momento del controllo del GP ho richiesto alla Segretaria Generale del Comune e all’addetto preposto al controllo, di mostrarmi le deleghe autografe da parte del Ministero della Salute al trattamento dei dati personali sul GP, così come richiesto dalla normativa sulla privacy, in quanto il Ministero stesso risulta esserne il titolare secondo l’art. 15 del DPCM del 17 Giugno 2021.”
Cosa ti hanno risposto?
“La Segretaria Generale del Comune e il Presidente del Consiglio Comunale (deputato al controllo del GP) hanno sostenuto che fosse il Comune il titolare dei dati personali del GP e pertanto non fosse necessaria alcuna delega, rilasciandomi copia delle disposizioni comunali per il controllo del GP degli organi politici (Allegato B) e l’informativa privacy del Comune.”
Qual’è stata la tua reazione?
“Non soddisfatto delle risposte ricevute e non sentendomi completamente tutelato dal punto di vista della privacy, ho mostrato al Presidente del Consiglio di essere in possesso del messaggio SMS ricevuto dal Ministero per il download del GP valido e ho depositato un’autocertificazione a norma di legge, in cui dichiaravo di essere in possesso del lasciapassare, ma nemmeno questa è stata considerata sufficiente.”

E loro cosa hanno deciso di fare?
“Mi hanno comunque permesso di partecipare al consiglio comunale senza chiedermi di uscire, chiamandomi all’appello e permettendomi anche di relazionare sui due ordini del giorno presentati dal mio gruppo consiliare, ma dicendo che avrebbero riferito quanto accaduto alle autorità competenti, così come previsto dalla normativa.”
Quando è arrivata la “sorpresa”?

“Il giorno 14 Maggio, in seguito alla segnalazione della Segretaria Generale del Comune, sono stato contattato dalle forze dell’ordine per accertamenti su quanto accaduto e il giorno 23 Maggio mi è stata notificata la sanzione di € 600 per non aver esibito il lasciapassare, anche se ne ero in possesso.”

Te l’aspettavi? Cosa farai ora?
“Ovviamente avevo messo in conto questa possibilità e farò ricorso entro i termini previsti, ma più importante è essere riuscito a mettere in luce la gravità dell’attuale situazione normativa italiana, in merito alla quale dovremmo essere tutti estremamente preoccupati dal momento che pone l’esibizione di un lasciapassare digitale, che lo Stato accende e spegne, come vincolo per potere accedere ai nostri diritti e la cui introduzione viene imposta attraverso norme dalla dubbia costituzionalità.”