“Un anno così non si vedeva dal 2012” – Ha spiegato uno dei più importanti venditori della zona, circa la richiesta di legna da ardere di questo inverno. Una stagione fredda, senz’altro, che sta registrano vendite impressionanti di vendita di legna la quale, rispetto al grande freddo del 2012 – l’anno del “blizard” – è dovuta però sopratutto ai rincari delle bollette, in particolare quello del gas.
Anche a Imola molte persone sono tornate alle vecchie cucine economiche, ormai prepotentemente attuali, con stufe a legna o con camini collegati ad impianti che soffiano aria calda. “Abbiamo già 10.000 quintali di legna di montagna prenotata. E pensare che ancora dev’essere tagliata”. ha ammesso il titolare di una delle più importanti segherie della zona. “Noi paghiamo prima, in contanti, così abbiamo la sicurezza di averla subito rispetto alla concorrenza. La richiesta è enorme”.


Il problema però, in periodi come questo, è che l’acquirente si troverà inevitabilmente ad acquistare legna verde, prevalentemente umida, senza stagionatura, che brucerà meno. La legna secca ormai è esaurita. C’è chi ne ha fatto grandi scorte quest’estate, e riesce ancora a scaldarsi con quella. Mentre quella disponibile sul mercato, è in maggior numero legname tagliato da poco. Bagnato, pesante, con piogge e nevicate sul groppone. Tuttavia, i prezzi non variano, anzi. Sono alle stelle. In città, si superano anche i 20€ al quintale, addirittura a volte fino a 23€ al quintale. La media, per la quercia, è di 16-17 € al quintale, mentre il faggio si compra anche a 14/15. Il castagno ovviamente meno, sui 10/12 € in “alta stagione”, mentre acquistato direttamente da rivenditori vicino ai boschi, si riesce ad accaparrarlo anche a 8€ al quintale, come ad esempio in una segheria di Campigno (Marradi).

“la legna è tagliata da poco, il nostro camion è pronto a caricarla alle pendici del bosco, per poi portarla giù, dove la tagliamo.”
Certo, viene da chiedersi, per quale motivo si debba acquistare legna verde, umida, ad un prezzo così alto.
“Perché va in base al prezzo a cui viene venduta alle segherie e ai rivenditori di città. Ai clienti migliori, come ad esempio i titolari di pizzerie, non diamo certo legna diversa, ma ci arrangiamo come possiamo nel soddisfarli al meglio. Ad esempio, cerchiamo di tenerla al coperto, come anche l’altra. Tuttavia, formiamo un alta pila, in modo che quella più in alto si asciughi prima, essendo il capannone riscaldato. E a loro diamo quella. Peggio ancora chi vende legna tenuta all’esterno, sotto ai teloni. Quelli sono venditori meno seri.
Abbiamo contattato alcuni piccoli rivenditori della Vallata del Santerno, i quali però hanno esaurito tutte le scorte e non possono più vendere, almeno fino a quest’estate. C’è da dire inoltre, che quest’enorme domanda potrebbe portare qualcuno a dei tagli di legna irregolari, come avvenuto pochi mesi fa a Marradi, quando è stato identificato dalla Forestale, un proprietario terriero nel taglio boschivo in difformità rispetto alle autorizzazioni ottenute. In questi casi scatta la multa, come con quest’ultimo di tremila euro, proprio perché aveva tagliato più piante di quanto previsto senza autorizzazione paesaggistica.