Una situazione “insostenibile” secondo FIALS, quella verificatasi in particolare nel reparto di degenza di Chirurgia COVID, dove, secondo l’organizzazione sindacale “persistono carichi di lavoro
insostenibili che mettono a rischio la salute dei degenti e dei cittadini, carenza di personale che rendono invivibile l’ambiente lavorativo con una ricaduta importante sulle prestazioni clinico/assistenziali a favore dei cittadini”.
Al sindacato autonomo, nato proprio per i lavoratori della Sanità pubblica e privata, in questi mesi non è sicuramente mancato coraggio, a discapito della grande omertà venutasi a creare in corsia, per paura di ritorsioni ai danni dei dipendenti.
Dunque, nella fattispecie, la segreteria provinciale FIALS ha segnalato alcune gravi circostanze che, se verificate, andrebbero ad avvicinarsi a quei casi comunemente noti come “malasanità”. Sappiamo bene che da tempo l’ormai tristemente famoso “quarto piano” è nell’occhio del ciclone: sebbene ancora troppo poco se ne stia parlando – da chi dovrebbe informare e capire.- assistiamo soltanto ad un silenzio assordante.
Questa volta FIALS ha composto due documenti “bomba” – contenenti il primo – un esposto ai NAS – il secondo una diffida alla Direzione dell’AUSL di Imola.
FIALS ha quindi sottoposto il “dossier” all’attenzione dei NAS “a seguito delle numerose segnalazioni inevase dell’Azienda USL di Imola”.
Nella fattispecie, nel reparto di degenza di chirurgia Covid si contestano diverse carenze, fra cui quella concernente il personale e il ritardo nell’arrivo di nuova forza lavoro. L’assenza in servizio notturno di operatori socio sanitari e la presenza soltanto di due infermieri che vanno da tempo incontro a un demansionamento per far fronte all’assenza degli OSS.
Personale costretto a lavorare fino a 12 ore di seguito, saltando giorni di riposo e naturalmente le ferie, che sono bloccate.
Terapie intensive al collasso, ma ritardo nel trovare soluzioni adeguate, anche logistiche.
ci sono graduatorie attive ma le aziende assumano con il contagocce e ci rimettono i dipendenti che fanno migliaia di ore di straordinario, che talvolta non viene nemmeno remunerato.
Non ci sono ascensori dedicati e si verificano continui assembramenti e talvolta mancano spogliatoi e docce dedicate agli operatori che assistono pazienti covid positivi, dulcis in fundo vengono ”appoggiati” in un unico reparto pazienti positivi e negativi con il rischio che l’infezione si propaghi.
Intanto, il Sindaco Panieri, venuto a conoscenza del movimento intrapreso dall’organizzazione sindacale nata nel 1972, ha deciso di incontrare i vertici imolesi del Sindacato, il quale ha sostenuto l’importanza di alcuni temi molto vicini ai lavoratori – strategici per ridare il giusto appeal stabilizzando i professionisti nel territorio Imolese come: la valorizzazione professionale; nuove assunzioni scorrendo le graduatorie attive (oss-infermieri-amministrativi); trovare le giuste forme di premialità per chi sta sostenendo il peso dei carichi di lavoro della pandemia; una nuova camera mortuaria all’ospedale civile nuovo; nuovi spogliatoi.
Post Correlati
Cerca un articolo
Articoli Recenti
- Acque, Legambiente si rivolge ancora alla Soprintendenza
- Alluvione, Imola: al via i lavori in Via Ladello
- FDI: “Basta scaricabarile, serve chiarezza da chi governa il territorio”
- FDI contro il PD “Quell’odg è diffamatorio”
- Imola, il PD presenta odg di condanna al neofascismo profuso da Gioventù Nazionale