Lettera aperta alla cittadinanza, di Paola Lanzon
“Difendere un bene comune, chiedere responsabilità”.
La Lanzon, ex Presidente del Consiglio Comunale ora responsabile di Deai srl, si rivolge direttamente ai cittadini: “Questo silenzio non è sano” E ai politici “Qualche polemica sui social ma in anni nessun approfondimento serio”.
Impianto natatorio comunale “E. Gualandi” – Imola
Carissime, Carissimi
scrivo queste righe non solo come gestore di un impianto pubblico, ma come persona che da oltre dieci anni lavora ogni giorno per garantire a questa città un servizio accessibile, sicuro e di qualità.
In questi giorni – ricostruisce Lanzon – si avvia alla conclusione l’Accertamento Tecnico Preventivo promosso dinanzi al Tribunale, da noi richiesto e depositato nell’aprile 2024, di cui avevamo già dato pubblica informazione.
Tale accertamento conferma integralmente tutte le anomalie e i problemi che da tempo abbiamo segnalato, attestando altresì:
- l’assenza del collaudo tecnico-amministrativo dell’opera regolarmente perfezionato;
- la necessità di lavori urgenti per diverse centinaia di migliaia di euro;
- l’impatto sulla sicurezza e sulla piena funzionalità dell’impianto.
Nonostante ciò, invece di ricevere la necessaria collaborazione e un confronto trasparente tra le parti, stiamo registrando da tempo iniziative che non si possono non definire come ostili, da chi dovrebbe operare nel rispetto del principio di buona fede e in leale cooperazione, nei nostri confronti, nei confronti della cittadinanza e dell’interesse pubblico.
Abbiamo superato anni difficilissimi ma forti di una grande spirito di squadra e con una conduzione, autonoma, trasparente e condivisa.
Nonostante le difficoltà, e pressoché senza aiuti, l’impianto è rimasto aperto, garantendo un servizio quotidiano efficiente, inclusivo e rivolto a tutte le fasce della popolazione: bambini, anziani, persone con disabilità, scuole, famiglie.
Eppure, questa esperienza virtuosa sembra oggi oggetto di fastidio.
Non per motivi tecnici.
Non per motivi economici.
Ma per dinamiche societarie e istituzionali quantomeno insolite, che pervicacemente cercano di compromettere un’esperienza pubblica positiva quanto necessaria.
Mi sento quindi di rivolgere un appello a tutte e tutti: ai cittadini, a chi ci conosce, a chi frequenta l’impianto, e ai rappresentanti istituzionali di ogni orientamento.
Perché questo silenzio non è sano. Tutta questa vicenda si è svolta negli anni quasi dietro un paravento.
Ogni tanto compare una polemica sui social riguardo agli impianti sportivi e nella fattispecie alle piscine, ma non ho mai visto organizzare un approfondimento serio, una commissione consiliare dedicata, che si sia occupata seriamente e con trasparenza di sapere, di proporre, di scegliere.
Veniamo all’oggi.
Si sono create le condizioni ormai per affrontare con responsabilità , e alla luce del sole, una situazione che riguarda l’interesse pubblico e che ha oggi contorni maggiormente definiti.
La strada da intraprendere si profila in realtà chiara e dovrebbe essere anche facilmente condivisa, almeno in un mondo normale: Il Comune di Imola, in qualità di stazione appaltante e proprietario dell’opera
- deve completare il collaudo tecnico-amministrativo, rimasto incompiuto a distanza di dieci anni;
- deve programmare senza indugio gli interventi di ripristino, addebitando i costi a chi ne ha la responsabilità;
- deve garantire la continuità della gestione che ha ben operato in questi anni, nonostante due eventi di forza maggiore di portata epocale, tutelando l’interesse della collettività, dei lavoratori e delle lavoratrici.
Siamo pronti, come sempre, a fare la nostra parte.
Non possiamo accettare che tutto venga derubricato a una “controversia tra privati”. Anche perché la giurisprudenza dice che non è così.
Chiediamo solo ciò che è giusto: trasparenza, responsabilità e correttezza istituzionale:
per chi lavora ogni giorno con impegno e competenza.; per la sicurezza e la dignità dell’impianto. Per il bene comune.
Dopo dieci anni di gestione apprezzata dalla cittadinanza, vorremmo finalmente lavorare in serenità, senza dover ogni giorno difenderci da chi dovrebbe invece cooperare.
Con rispetto e determinazione,
Paola Lanzon
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