NUOVO POLO LOGISTICO “IMOLA CASELLO”; ROI (M5S): “LEGGE CONSUMO DI SUOLO, TROPPE SCAPPATOIE CHE HANNO CONSENTITO AI COMUNI DI CEMENTIFICARE CENTINAIA DI ETTARI: EMILIA ROMAGNA MAGLIA NERA


Nello scorso consiglio comunale, in riferimento al progetto di espansione logistica denominato Imola casello, si è affrontato il tema del consumo di suolo zero e delle opportunità di crescita imolesi. Un argomento da sempre nelle nostre corde, ma avverso nei fatti a Sindaco, assessore e consiglieri. Se da un lato la relazione tra il consumo di suolo, i cambiamenti climatici e i danni ad un territorio fragile come il nostro, sono ormai certi e tangibili” – fanno sapere dal M5S imolese – ” dall’altro sarebbe lecito attendersi una inversione di tendenza. E invece no.
Evidentemente i recenti devastanti eventi che hanno pesantemente colpito il nostro territorio non sono bastati.Troppo forti le pressioni di chi ha interesse a cementificare” – sferza Ezio Roi – “troppo ambigue le leggi regionali che Bonaccini sbandiera come una panacea.
Come auspicato da più parti, servirebbe un blocco immediato di tutti gli interventi edilizi, magari portando all’attenzione del Consiglio Regionale alcune proposte già indicate anni fa da scienziati e ambientalisti, ma rimaste purtroppo disattese.
Durante il consiglio comunale abbiamo sentito puerili difese a questa ennesima colata di cemento da 150.000 mq.
” – ricostruisce l’esponente pentastellato – “Chi ha piagnucolato per “l’abbandono” di quel terreno, chi ha parlato di centinaia di assunzioni, di certificati green, di compensazione con la piantumazione di 250 alberi e di sviluppo possibile a consumo zero. Una vera mestizia. La realtà e che viviamo nel territorio italiano a maggior fragilità idraulica. La formula magica riferita dall’assessore Raffini alla stampa “l’incremento di suolo è a saldo zero perché avviene a parità di superficie territoriale interessata” è un mero gioco di parole, una strategia comunicativa utile a sdoganare questi scellerati progetti, come già denunciato dal prof. Paolo Pileri, docente di Pianificazione Ambientale al politecnico di Milano.


I numeri non mentono” – denuncia l’ex Magistrato – “e il recente rapporto SNPA/Ispra rende conto della maglia nera che la nostra Regione indossa con disinvoltura.
Le aree destinate a cantieri e strade sterrate occupano nel complesso il 5,3% della superficie nazionale, concentrandosi per circa il 40% in Emilia-Romagna con una percentuale doppia del valore nazionale.

Il Veneto è la regione in cui si è registrato il picco più alto di consumo di suolo per attività logistiche ma la quota più elevata in termini assoluti appartiene invece all’Emilia-Romagna.
I centri della logistica e della distribuzione” –
aggiunge – “necessitano di rilevanti superfici impermeabilizzate ma sono stati maldestramente equiparati alle attività produttive da una norma regionale e possono andare in deroga sia agli strumenti urbanistici che al consumo di suolo. La sbandierata legge del 2017″arriva al nocciolo il M5S – “sul limite regionale al consumo di suolo del 3% è stata aggirata dallo stesso Bonaccini da deroghe e scappatoie che hanno consentito ai Comuni di continuare a cementificare centinaia di ettari, anche in aree certificate a rischio idraulico e l’articolo 53 della legge 24/2017 (che consente di derogare la qualunque) è una truffa, come denunciato dall’urbanista Gabriele Bollini.
Nel 2020, sono state introdotte una serie di proroghe” – fa notare il Consigliere di opposizione – “per allungare i tempi entro i quali i Comuni avrebbero dovuto licenziare i nuovi PUG ma nel frattempo i buoi sono scappati dalle stalle nel senso che i nostri politici considerano i progetti precedenti alle nuove leggi, come diritti acquisiti, mentre la Corte Costituzionale ha stabilito che i nuovi piani urbanistici possono azzerare i precedenti “..a seconda dei tempi e delle necessità”
Quindi, sostenere che quei progetti erano già stati decisi in precedenza, vuol dire nascondersi dietro al nulla, in barba ai cittadini che dovrebbero essere tutelati.
Vorrei ricordare che di dissesto idrogeologico, si muore.

Va sottolineato” – osserva anche – “che la mappatura dei nuovi Hub dedicati alla logistica (tre le aree previste a Imola) è funzionale esclusivamente alla razionalizzazione delle spese che le aziende devono sostenere e servono in primis all’aumento dei loro profitti.
Inoltre, i nuovi posti di lavoro millantati sono spesso malpagati e fonte continua di conflittualità con il mondo del diritto dei lavori e delle tutele personali, come testimoniano le continue indagini nel settore.

Non ultimo il fatto che i cittadini non hanno mai contezza di dove vadano a finire gli oneri di urbanizzazione ricavati da queste maxioperazioni di edilizia industriale” – fa sapere – “mentre con certezza subiranno i danni ambientali in un territorio che ha già il record di mortalità per l’inquinamento atmosferico.
Gli scienziati sostengono che non possiamo più impermeabilizzare terreno vergine” – osserva – “e i danni e le morti causate delle recenti alluvioni, vanno considerate non come un evento epocale, ma come l’incipit di una nuova era in cui gli eventi catastrofici sono destinati a moltiplicarsi esponenzialmente.
Aggiungere quote pesantissime di trasporto su gomma” – conclude infine l’esponente penstatellato – “è veramente masochistico ma i sindaci del nostro territorio, di fronte alla strapotenza finanziaria di questi grandi gruppi non fanno altro che genuflettersi. Anzi, si mettono in competizione con i comuni limitrofi per cementificare sempre di più.
Una ridicola tragedia.