Il sonno di molti, in questa prima Domenica di settembre è stato risvegliato dal suono sordo dei fucili. Gli spari, talvolta in lontananza. Il rumore delle cartucce, cadere a terra.
Il campo “violato” dall’invasore, quel campo dove magari giocavamo da bambini. Una mattinata particolare dove il canto degli uccellini è venuto meno per lasciare spazio alla mattanza della fauna migratoria.

Ma la caccia non doveva cominciare il 17 settembre? No. Anche quest’anno il calendario venatorio,in Emilia Romagna, prevede la preapertura dell’attività per le specie di Cornacchia Grigia, Ghiandaia, Gazza, Merlo, Colombaccio Tortora dal 3 settembre . Queste specie potranno essere cacciate in preapertura da domenica 3 fino a giovedì 14 settembre, nelle giornate fisse di giovedì e domenica, esclusivamente da appostamento fisso o temporaneo e non oltre le ore 13.00.

Dal 17 settembre al 1° ottobre si potrà cacciare solo nelle giornate fisse di giovedì e domenica, la fauna stanziale potrà essere cacciata fino alle ore 13, la migratoria fino al tramonto. Dal 2 ottobre al 3 dicembre si potrà cacciare per tre giornate a scelta ogni settimana (con l’esclusione di martedì e venerdì) sia la fauna migratoria che quella stanziale.

A partire dal 4 dicembre e fino a fine stagione, la fauna migratoria potrà essere cacciata in tre giornate a scelta ogni settimana (a nord della linea pedecollinare la caccia sarà consentita esclusivamente lungo i corsi, nelle zone umide naturali ed artificiali e nelle risaie).

Inoltre, dal 2 ottobre al 30 novembre, per la caccia alla sola migratoria da appostamento fisso o temporaneo si potrà usufruire di due giornate in più a scelta ogni settimana.

ENPA aveva chiesto lo stop della caccia quantomeno nelle zone alluvionate: ” la fauna selvatica che ha visto il proprio habitat distrutto, compromesse, quasi sempre in maniera irreparabile, nascite e nidificazioni in corso proprio in quel periodo sia nei territori montani, sia in pianura” avevano dichiarato. L’associazione esprime il proprio parere anche sul rinnovo, anche quest’anno, della preapertura, in cui i cacciatori – “possono massacrare per divertimento alcune specie di avifauna, tra l’altro ancora nella fase della dipendenza dei piccoli dai genitori. Le preaperture sono solo un ulteriore regalo ai cacciatori elargito da lobby politiche sempre in cerca di consensi, mettendo in pericolo il già precario stato di conservazione di moltissime specie, che sono in ulteriore sofferenza dopo un’estate caratterizzata da eventi climatici estremi che hanno causato la morte di milioni di animali selvatici”.

Inoltre, sempre secondo ENPA, le modalità italiane sulla riapertura sarebbero davvero di manica troppo larga rispetto alle direttive europee – “L’elenco delle contestazioni che l’Europa muove al nostro Paese e riguarda, tra l’altro, il mancato rispetto del divieto di utilizzare munizioni al piombo nelle zone umide e gli spari agli uccelli in migrazione e a ben 21 specie in cattivo stato di conservazione, in particolar modo la Tortora selvatica, il Combattente, e molti altri”.
Tutto questo, nonostante la crisi della disciplina. È infatti in costante calo il numero di cacciatori (soltanto dieci anni fa vi erano, in Italia, 200 mila cacciatori in piu). Tuttavia, nell’ultimo decennio il numero è rimasto stabile in almeno 13 Stati europei ed è addirittura cresciuto in 8 paesi.