Imola. Da due giorni è in corso un massiccio intervento di abbattimento di parte dell’alberatura che compone il giardino di una villa, situata in via Malsicura, proprio a ridosso dell’autodromo Enzo e Dino Ferrari, tra la Variante Bassa e il traguardo. La villetta, che vanta un campo da tennis oltre che una tribunetta privata, è immersa nell’ombra che producono questi cedri e pini maestosi. Una delle proprietà private più belle che abbracciano la pista: per molto tempo di proprietà della CTI, da pochi mesi sarebbe stata acquistata da un’altra “persona”.
Gli alberi già rimossi erano quelli posizionati nella fila a lato della tribunetta privata esistente da tempo. Verde che appariva tutt’altro che malato: forse davano fastidio a qualcuno, dal momento che si trovavano proprio davanti a parte della visuale della collina della Rivazza?

L’attuale proprietario del villino farebbe capo a una azienda di logistica che si è sempre professata “GREEN”; l’entità farebbe capo a una società francese che investirà 36 milioni di euro a Imola, per creare un polo della logistica green.


Ora, non si conoscono le cause dell’abbattimento di questi 8 alberi (numero al momento in cui scriviamo), ma è possibile osservare, nei moduli da allegare alla richiesta di abbattimento, che le opzioni per richiedere l’abbattimento possono essere molteplici: da esemplari morti o in avanzato stato di deperimento all’eccessiva densità di impianto e/o insufficienti spazi di sviluppo vitale per la pianta, fino alla stabilità compromessa, la pubblica utilità, danni oggettivamente riscontrabili a strutture e/o impianti tecnologici; a seguito di sentenze giudiziarie o in ottemperanza a dispositivi di legge o anche in caso di ristrutturazione del verde. Di solito, a tutto questo segue la messa a dimora di nuova alberatura, in sostituzione di quella abbattuta nel rapporto almeno 1:1 (un abbattimento – una sostituzione).


Questa pratica è sufficiente a tutelare il nostro patrimonio arboreo, dal momento che un albero impiega decenni prima di poter produrre ossigeno e ombra?
Se non si è in grado di mettere a dimora l’alberatura, è possibile pagare: infatti, nel regolamento comunale, entro tre mesi dalla data di consegna della comunicazione, si deve provvedere al versamento della quota a compensazione della mancata messa a dimora delle piante sostitutive (art. 11 Regolamento del Verde – del. GR 52/2013) calcolata come indicato nella delibera: Circonferenza compresa tra
cm 90 e 140 € 160,00 per ogni pianta
Circonferenza oltre cm 140 € 250,00 per ogni pianta.
Davvero un’inezia quella che va a tutela del verde pubblico e privato cittadino.



Insomma, se vogliamo professarci una comunità sensibile alle tematiche ambientali necessitiamo di un regolamento adeguato per l’abbattimento di alberi e non di “manica” così larga: più in generale, che non permetta di radere al suolo alberature per futili motivi ; altrimenti, tutte le chiacchere seguite alle piantumazioni dei nuovi boschi cittadini rischiano di apparire soltanto stratagemma per ingannare la sensibilità delle persone: “fumo negli occhi” da accompagnare allo specchietto delle allodole del GREEN.