MARA MUCCI A laltraimola.it :
L’ex deputata eletta col Movimento 5 Stelle nel 2013 potrebbe candidarsi alle politiche del 25 settembre: nel giro di una decina di giorni dovrebbero emergere i nomi dei candidati. Dopo il mancato ripescaggio in Regione al posto del renziano Felicori, nel 2020 (la Mucci aveva ottenuto 1.561 preferenze, risultando la prima dei non eletti) l’imolese potrebbe ritentare una clamorosa rielezione alla Camera, dopo l’altro tentativo nel 2018, nel collegio uninominale di Palazzolo sull’Oglio.

Buongiorno Mara, a margine dell’accordo siglato tra Azione il Partito Democratico in vista delle elezioni, quali saranno i risvolti che avrà sulle candidature del centro-sinistra in Emilia-Romagna?

“Intanto diciamo che questa legge elettorale impone di fatto le coalizioni, perché per il 37% attribuisci i seggi con meccanismo maggioritario, ovvero se li assegna chi, nei singoli collegi uninominali, prende un voto in più dell’avversario.  Se non fossimo in coalizione, il centro destra avrebbe vinto in partenza quasi tutti i seggi uninominali.  Per questo si è cercato un accordo, che preservasse la nostra identità e i nostri valori. Abbiamo ottenuto anche che figure improbabili come Luigi Di Maio non compaiano nei collegi uninominali, e quindi i nostri voti non serviranno per la sua elezione.”

Non c’è speranza per lui?

“Non è un problema nostro. Se il PD ci tiene ad averlo in Parlamento,  dovrà  candidarlo nelle sue liste plurinominali.  Io continuo a non capire che valore aggiunto possa portargli, ma non mi riguarda. Immagino che la base del PD sia in rivolta, d’altronde è difficile dimenticare un recente passato fatto di insulti.”

Si parla di un collegio uninominale che andrà ad Azione, a Bologna, per via della regola del 30% che è alla base dell’accordo con Calenda:non un voto di Azione finirà agli ex grillini che all”ultimo secondo hanno cambiato bandiera. “.

“Certo, il 30 per cento dei collegi uninominali sembra molto favorevole, in realtà rispecchia gli ultimi sondaggi; Azione è un partito che sta crescendo, abbiamo buone possibilità anche nei collegi plurinominali. Immagino si terrà conto dei rappresentanti presenti sui territori; se vogliamo fare un buon risultato il contatto con il tessuto sociale e produttivo locale è un fattore importante.”

Quindi, Matteo Richetti a Modena e Mara Mucci nel collegio imolese-bolognese?

“Non si sanno ancora i nomi dei candidati: io ho dato la disponibilità, sarà il partito a decidere. Sicuramente Richetti è un buon candidato su Modena, ed è anche il nostro Presidente di cui tutti abbiamo stima: è importante che sia fra gli eletti. “

Mara Mucci, deputata per cinque anni

Non mi dica che le piacerebbe ritornare in Parlamento?

“Col taglio del numero dei parlamentari la partita è difficile; non nego che mi manchi la politica fatta nelle istituzioni; ora l’importante è fare bene come partito.”



Senta, ma secondo lei, l’Emilia-Romagna e la provincia di Bologna sono ancora un feudo sicuro per il centro-sinistra?

“A Imola abbiamo sperimentato come non ci sia niente di sicuro. Di certo alle urne, quando ti presenti senza una linea politica chiara o dopo aver dimostrato incoerenza nei fatti, vieni punito. Giustamente!”

Con Azione il baricentro si è spostato leggermente verso il centro, e poi anche Gelmini e Carfagna, note esponenti di Centro-Destra, hanno fatto ingresso nel vostro partito..

“È vero, più verso il centro. La collocazione di Azione è liberal-democratica, non assume posizioni estremiste e punta al buongoverno, ovvero no alla finanza allegra e no alla politica dei bonus che non hanno una progettualità. Guarda ad un futuro sostenibile sia della produzione che delle infrastrutture, ed alla crescita del Paese. Chi entra in Azione aderisce ad una carta dei valori ed ad un programma, che è già sul nostro sito web.”

Ma lei pensa che un politico del nostro territorio, quando viene eletto a Roma, debba portare avanti le criticità del territorio dove è stato eletto, oppure concentrarsi sulle problematiche nazionali?

“Il ruolo del parlamentare ha un peso: spendersi per migliorare il territorio di provenienza è un fatto naturale; il parlamentare rappresenta tutta la nazione, però è chiaro che sostenere il territorio in cui vivi e che ti ha eletto è doveroso. Io mi auguro che vengano eletti tanti rappresentanti di queste zone.”

Alla base dell’accordo fra Carlo Calenda ed Enrico Letta, come ci ha detto lei, vi era il veto sugli ex grillini. Quali erano le altre proposte richieste da Azione che sono state accolte?

Ad esempio una linea chiara per una strategia energetica nazionale che ci renda indipendenti dalla Russia e che non dipenda in larga parte dall’estero, che rafforzi le infrastrutture per le fonti rinnovabili e non solo. All’interno della coalizione ci sono forze di sinistra contrarie ad esempio ai rigassificatori; su questo abbiamo fatto chiarezza e messo l’impegno nero su bianco. Anche sul piano del sociale l’impegno a contrastare le disuguaglianze è stato firmato da entrambe le parti. Importante anche la riduzione del cuneo fiscale, l’inflazione si fa duramente sentire, e la modifica al reddito di cittadinanza che non sta funzionando correttamente. “