Siamo a poco più di mille ettari trasformati in aree artificiali nel report 2023-2023, in Emilia-Romagna, secondo Ispra, ma anche la regione coi valori più alti sia per le perdite, sia per gli interventi di recupero. Ravenna maglia nera.
Una delle principali spinte alla trasformazione del territorio arriva dal settore logistico e tecnologico. Dal 2006 a oggi, le coperture artificiali legate alla logistica hanno superato in Italia i 6.000 ettari, e l’Emilia-Romagna guida la crescita con +107 ettari nell’ultimo anno, davanti a Piemonte e Lombardia. A questa tendenza si affianca lo sviluppo di data center e impianti industriali, che contribuiscono a rendere sempre più rari i terreni agricoli e le aree verdi residue. Dati che rappresentano un’emergenza che l’Italia conosce benissimo ma affronta con poca serietà, senza ascoltare il monito che giunge ogni anno dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente che il 24 ottobre ha presentato a Roma il rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”.
“Si è partiti nel 2006 a riflettere intorno a questo problema e con varie vicissitudini si è arrivati almeno a definire che la trasformazione non avviene nel momento in cui c’è una destinazione d’uso, ma è registrata solo a fronte di una copertura d’uso, a una trasformazione fisica. Dalla prima posso tornare indietro, dalla seconda è più complesso. E vent’anni per arrivare a una definizione normativa cogente -spiega Michele Munafò, curatore del rapporto, ad Altra Economia- fa un po’ riflettere sui tempi lunghi per affrontare il problema. Nel frattempo il consumo di suolo avanza, l’impatto aumenta e la normativa permette di derogare alcune forme di trasformazione del territorio, senza considerarle consumo di suolo”. Tra queste ci sono, ad esempio, “l’espansione infrastrutturale o di insediamenti produttivi esistenti ma anche il completamento edilizio di zone di espansione o la densificazione urbana con perdite di aree aperte, che in gran parte non sono conteggiate”.
La percentuale di suolo consumato lo scorso anno è stato di quasi il 9% (in Italia 7%). Le province emiliano-romagnole con la percentuale più alta di consumo sono Rimini (12,6%), poi Reggio e Modena (entrambe poco più dell’11%) e Ravenna (10,5%). Piacenza quella che ha il maggior dato di suolo consumato pro capite nel 2024, 700 metri quadrati. Ravenna è il comune in Italia con la maggiore crescita annuale di aree artificiali (84 ettari), seguita da Venezia (62 ettari), Sassari (60 ettari) e Roma (57 ettari).
Un fenomeno che risulta particolarmente in aumento nella regione è quello del consumo di suolo legato alla logistica e allo sviluppo di datacenter. In tutta Italia dal 2006 a oggi le le coperture artificiali riconducibili alla logistica raggiungono un totale di poco superiore ai 6.000 ettari.
Il Rapporto, insieme alla cartografia e alle banche dati di indicatori allegati, fornisce il quadro aggiornato dei processi di urbanizzazione, artificializzazione e trasformazione del territorio, permettendo di valutare il consumo e degrado del suolo e il loro impatto sul paesaggio e sui servizi ecosistemici






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