Che cosa succede alle Cantine Brusa? Il rischio fallimento e la composizione negoziata della crisi. Si parla di un debito di grande entità, che si aggirerebbe (ma l’importo, si dice, potrebbe essere anche superiore), sulla quarantina di milioni di Euro, che sarebbe maturato nei confronti di fornitori, istituti di credito ma anche enti pubblici.
Dozza. Se negli ultimi mesi era stata ventilata l’ipotesi di una acquisizione da parte di una importante cooperativa vitivinicola con cui era già in atto una solida collaborazione, ora sembra che quest’ultima si sia definitivamente sfilata; agli oltre quaranta dipendenti, inizialmente tranquillizzati da questa possibilità di acquisizione, sarebbe stato detto, nell’ultima assemblea sindacale, che il licenziamento collettivo sarebbe solo questione di tempo. I lavoratori avrebbero fatto una cassa ordinaria anticipata dall’azienda a novembre e dicembre 2024, e smaltite tutte le ferie arretrate, a gennaio sarebbe sopravvenuta la cassa ordinaria per tutti senza l’anticipo del pagamento dell’azienda. Il 3 febbraio avrebbe avuto luogo un incontro coi sindacati in regione per chiedere la cassa straordinaria. Dal 4 di febbraio i lavoratori avrebbero dovuto accedere tutti alla cassa straordinaria ma la procedura non sarebbe ancora stata firmata dal Ministero, quindi non ancora approvata da Roma. I dipendenti non hanno quindi ancora ricevuto alcuna certezza che il provvedimento sarà approvato.
LA CRISI
Brusa, storica realtà nata a fine ottocento, è divenuta negli anni un importante produttore di succhi d’uva, di mosti destinati al settore alimentare e vitivinicolo. Grazie alle ingenti capacità di stoccaggio ed alla potenzialità degli impianti produttivi, l’azienda era in grado di effettuare anche qualsiasi tipo di lavorazione in conto terzi. La Società ha rappresentato, in questi anni, nel territorio emiliano-romagnolo anche uno dei principali operatori per gli scambi comunitari ed extra-comunitari.
La prima battuta d’arresto avvenne a seguito delle vicende penali del 2015, che portarono al sequestro del magazzino: la vicenda non si sarebbe risolta nelle tempistiche ipotizzate, ovvero nel 2016, ma soltanto nel 2019, cosa che avrebbe compromesso gran parte del prodotto contenuto nel magazzino. Di conseguenza, si sarebbe aggiunta poi l’impossibilità a ricorrere a finanziamenti bancari. Poi, il pessimo andamento dell’annata 2017 a causa delle condizioni meteo. Inoltre, la pandemia del Covid ha paralizzato il mercato (non solo) vitivinicolo specialmente nelle annualità 2020-2021, con un diffuso calo
dei consumi. Non è tuttavia ancora stato chiarito, se vi siano stati altri fattori che abbiano determinato questa grave situazione.
- “Due settimane per far smaltire una lavatrice da Hera”
- Identificato al Parco Tozzoni presunto autore di un tentato omicidio
- La crisi di Cantine Brusa “Posti di lavoro a rischio”
- In Emilia Romagna c’era la centrale nucleare più grande d’Italia: ora è in dismissione
- “Montanara abbandonata da due anni, ora servono risposte concrete”
Post Correlati
Cerca un articolo
Articoli Recenti
- “Due settimane per far smaltire una lavatrice da Hera”
- Identificato al Parco Tozzoni presunto autore di un tentato omicidio
- La crisi di Cantine Brusa “Posti di lavoro a rischio”
- In Emilia Romagna c’era la centrale nucleare più grande d’Italia: ora è in dismissione
- “Montanara abbandonata da due anni, ora servono risposte concrete”