Nel piano stralcio per l’assetto idrogeologico del dicembre 2011 – importante documento ove l’Autorità di Bacino del Reno mise alla luce alcune gravi criticità dei corsi d’acqua del territorio romagnolo – vi è un paragrafo dedicato al controverso tema delle alberature in alveo. Un argomento che ha diviso popolazione e addetti ai lavori e troppo spesso lasciato spazio a congetture prive di fondamento. A Traversara, sul Lamone (che patisce problemi cronici decennali di vegetazione non rimossa nel corso d’acqua) il taglio e la rimozione della vegetazione viene chiesto da mesi.
Dallo studio si apprende che “La vegetazione in alveo costituisce un pericolo nel caso degli alvei arginati di pianura, ove si configura la possibilità di esondazioni che si manifestano nella forma di dam break con componente dinamica accentuata.”.
MENTRE Nelle zone di collina e montagna, invece, la vegetazione costituisce un elemento di grande importanza per l’alveo in quanto assolve a molteplici funzioni ecologiche e alla funzione, squisitamente idraulica, di operare una corretta laminazione delle piene (attraverso il
rallentamento della corrente) e una difesa dall’erosione delle sponde.
PER QUANTO RIGUARDA LA SITUAZIONE DEI NOSTRI CORSI D’ACQUA ALLA DATA DEL DOCUMENTO, LA RELAZIONE APPARE QUASI COME UNA PROFEZIA:

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