Aule al freddo, muffe e problemi igienici: ora gli studenti scendono in piazza
✍️DI SOFIA NOES
“Dopo anni di inattività degli studenti imolesi, in una situazione di completa passività di fronte alle autorità indifferenti siamo tutti motivati a scioperare.” A dirlo sono gli studenti del Polo liceale imolese che hanno indetto uno sciopero per domani, mercoledì 5 febbraio. Le motivazioni che li hanno spinti a questo passo sono innumerevoli: “dalle inaccettabili condizioni della nostra scuola a un problema sistemico che coinvolge tutti gli istituti e gli studenti del nostro paese.
Riteniamo necessario, prima di addentrarci nei punti, sottolineare la natura totale dei
problemi che ci colgono tutti i giorni, come ciò che subiamo nel nostro piccolo abbia radice
nella dimensione generale e sistemica della scuola italiana e non solo.”
DEGRADO E PROBLEMI IGIENICI
Il portavoce degli studenti , denuncia “Problemi infrastrutturali e igienici” ma anche “classi troppo piccole o propriamente inagibili, finestre rotte che rimangono in
mano ai nostri compagni, soffitti ammuffiti e pericolanti, palestre scadenti o non
definibili tali, laboratori privi di materiale, sistemi di sicurezza non a norma e
termosifoni o freddi o troppo caldi. E, forse la più incredibile di tutte le problematiche
igienico-strutturali, il caso di un’epidemia di legionella scoppiata in alcune classi del
liceo scientifico Valeriani con numerosi studenti finiti in ospedale a causa di un
batterio che fermenta nelle tubature non trattate, secondo il protocollo imposto dalla
legge ed evidentemente non rispettato.“
Gli studenti, segnalano inoltre di non avere più “intenzione di restare muti e passivi di fronte ad autorità di tutti i gradi che tagliano costantemente i fondi alla scuola pubblica o che malversano quelli dati in carico al nostro istituto!
Noi rivendichiamo il diritto di studiare in ambienti consoni alla vita scolastica, non in
gabbie fatiscenti!
Gli studenti scenderanno in piazza per denunciare il degrado delle scuole imolesi e chiedere interventi concreti. Il ritrovo è alle 7.30 davanti alle sedi dei tre licei, da lì i ragazzi raggiungeranno Piazza Matteotti.
IL MALCONTENTO CRESCENTE e LO SCIOPERO
Il malcontento parte dal Polo Liceale, dove, da mesi gli studenti cercano un dialogo con la dirigenza scolastica, senza però riuscirvi .Come emerge anche dal comunicato stampa degli studenti, una delle cause principali di questa rottura sarebbe stata la totale mancanza di una comunicazione trasparente tra la dirigenza scolastica e gli studenti. Richieste ignorate, incontri mancati, promesse disattese: il silenzio della dirigenza ha esasperato gli animi, spingendo i ragazzi a organizzarsi autonomamente per far sentire la propria voce.
Alle loro segnalazioni riguardanti il freddo nelle aule, le finestre in plexiglass, avrebbero ottenuto blande rassicurazioni, e nessuna risposta chiara, ma soprattutto, nessuna presa di responsabilità delle problematiche infrastrutturali, presenti in ogni scuola.
Mentre gli studenti restano al freddo nelle aule, in pieno inverno, il loro diritto allo studio viene calpestato.È per questo che hanno deciso di organizzarsi autonomamente, costituendo un collettivo che ha lanciato una mobilitazione generale per tutti gli studenti dei licei.
La decisione è stata presa durante un’assemblea tenutasi il 30 gennaio presso la Bocciofila di Imola, con una grande partecipazione studentesca.


Come spiega Federico, uno dei promotori e liceale all’ ultimo anno del linguistico, ” il collettivo locale è una decisione presa per scioperare e segnalare i nostri problemi, finora inascoltati !”.
Il collettivo imolese è sostenuto da alcune sigle, come il collettivo alternativo OSA, che sta aiutando i ragazzi imolesi a coordinare la protesta. Gli studenti hanno già comunicato alla Prefettura, tramite PEC, le modalità dello sciopero: la manifestazione partirà dalle tre sedi, linguistico,classico e scientifico e si concluderà in Piazza Matteotti.
Ricordiamo che gli immobili che ospitano le scuole superiori di Imola sono di proprietà della Città Metropolitana di Bologna. Città Metropolitana che abbiamo contattato ma che però, per via di un’interrogazione consiliare in corso, ha preferito al momento non rispondere.
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