Le casse di espansione possono rivelarsi indispensabili a ridurre gli effetti di gravi precipitazioni che potrebbero trasformarsi in disastro (vedi alluvione emilia romagna 2023)
Questi bacini artificiali di contenimento consentono di deviare temporaneamente ingenti quantitativi di acqua dei fiumi in ampi appezzamenti di terreno.
Ne esistono di due tipologie: le casse in linea e le casse laterali , le cosiddette casse in derivazione. Le prime vengono posizionate all’interno del fiume e prevedono una traversa, che sbarra e rallenta il corso del fiume, e delle piccole aperture, chiamate luci, che servono a far defluire l’acqua, come succede con le dighe. Le seconde sono, invece, posizionate di fianco al fiume e consentono al corso d’acqua di defluire automaticamente in caso di piena. Quando il livello del fiume è basso non entra acqua, mentre quando raggiunge la soglia l’acqua entra, in maniera controllata, in apposite zone dove viene raccolta.
Le casse di espansione si trovano in Emilia : sul Secchia, sul Panaro, sul Crostolo, sul Lenza e sul Parma. Il motivo per cui in Romagna non sono presenti ancora queste opere deriva forse dal fatto che a livello storico è stata soggetta a meno alluvioni.
L’Emilia-Romagna ha ricevuto, tra il 2015 e il 2022, 190 milioni di euro per realizzarne 23, tuttavia, di queste – dati del 2023 – ne funzionavano a pieno regime soltanto 12, altre 2 funzionano in parte, 9 attendevano la fine dei lavori e 2 erano ancora da finanziare.
LA SITUAZIONE DEL COMUNE DI IMOLA
Nel luglio 2023 l’Assessore Zanelli aveva illustrato un piano per prevenire il rischio idraulico con la prospettiva di trasformare le cave adiacenti al Santerno in casse di espansione,come quelle di San Prospero. Un totale di 48 ettari di cave che possono diventare casse di espansione e bacini. Perchè non si è fatto prima? Ci sarebbero state evidentemente difficoltà a trattare con i privati e la Regione non avrebbe assegnato la giusta priorità.
La Regione Emilia-Romagna aveva poi assegnato al Consorzio della Romagna Occidentale
l’incarico per uno studio preliminare (62.500€) per la realizzazione di un impianto irriguo
denominato Zello-Bergullo in dx Santerno a sud dell’autostrada A14 nella zona occupata
attualmente dalle cave Palazzo Cascinetta. Il bacino avrebbe una volumetria di invaso di
circa 2.800.000 MC e dovrebbe servire le zone a cavallo della Via Emilia Zello e Bergullo.
Il Consorzio, inoltre, nell’elaborare il progetto aveva valutato anche di inserire un’area posta a sud limitrofa per la laminazione delle acque del Santerno per una volumetria di 2.000.000 MC.
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