L’8 maggio 1982, 43 anni fa, Gilles perse la vita nel tragico incidente di Zolder, avvenuto durante le qualifiche del sabato.

Il rapporto tra Imola ed il pilota canadese è estremamente forte: quando l’Autodromo era intitolato unicamente a Dino Ferrari, il 25 aprile 1982, Gilles corse la sua ultima gara, piazzandosi secondo alle spalle di Pironi, il quale, non rispettando il cartello “slow”, esposto al muretto Ferrari, lo superò alla Tosa, nel corso dell’ultimo giro, sottraendogli la vittoria. Non è mai stato chiaro se si trattò di un’incomprensione o di uno “sgarro”, ma Gilles era talmente infuriato da non voler neppure salire sul podio dove comunque andò, costretto dal protocollo di gara.
Il pilota canadese, così come l’intero popolo ferrarista, intesero quel sorpasso come un gesto intenzionale. Da quel momento Gilles non rivolse più la parola al compagno di squadra.

Tredici giorni dopo, a Zolder, tentando di sorpassare Jochen Mass, a 8 minuti dal termine delle qualifiche, avvenne la collisione fatale: la Ferrari nr. 27 tamponò la ruota posteriore destra della March che procedeva lentamente, schizzando in aria, impennandosi e rimbalzando sull’erba dopo un volo di 50 metri. Villeneuve fu catapultato fuori dall’abitacolo: il pilota canadese, ancora unito al seggiolino, planò  rovinosamente contro la rete di protezione, qualche decina di metri più avanti, urtando il capo contro uno dei paletti che sostenevano la rete. Inutile ogni tentativo di soccorso ed il volo disperato in elicottero all’ospedale di Lovanio: poco dopo le 21 arrivò la notizia che nessuno avrebbe mai voluto sentire. Gilles Villeneuve era morto. In quel preciso momento nacque la leggenda Villeneuve.
Deanna Zaccherini de “La Sfida del Cuore”, fu l’ideatrice del restauro che nel 2016 ha restituito una seconda vita al monumento dedicato al pilota canadese, ubicato in Via Kennedy, a fianco del muretto dove nel 1980 il pilota canadese uscì indenne da un terribile incidente.

Che cosa resta di Gilles Villeneuve? Nadia, una ragazza madre di 21 anni, ha dato la risposta⤵️IL VIDEO⤵️

IMOLA E IL MONUMENTO A VILLENEUVE

ll fulcro del monumento è costituito da nove cerchi, simbolo del principio e della fine. Accanto ad essi, tre cilindri neri ricordano lo spettacolare giro su tre ruote fatto da Villeneuve nel 1979 a Zandvoort durante il G.P. d’Olanda.
In origine L’opera fu collocata nell’autodromo di fianco alla Curva dedicata a Villeneuve, che in seguito fu ridisegnata e trasformata in Variante. 
La scritta “Salut Gilles” (Ciao Gilles) è uguale a quella che si trova sulla griglia di partenza del circuito di Montreal in Canada.
E’ presente anche una targa con i ricordi di Ferrari:
“Sì, c’è chi lo ha definito “aviatore” e chi lo valutava “svitato”. Il giorno che lo assunsi, prelevandolo dalle motoslitte, si sollevò un plebiscito di critiche e quando l’ho paragonato a Nuvolari ho trovato chi mi ha rimbeccato.
Gilles? Con la sua generosità, con il suo ardimento, con la capacità “distruttiva” che aveva nel pilotare le macchine, macinando semiassi, cambi di velocità, frizioni, freni, ci insegnava cosa bisognava fare perché un pilota potesse difendersi in un momento imprevedibile, in uno stato di necessità.
E’ stato campione di combattività ha regalato ed ha aggiunto tanta notorietà alla Ferrari. Io gli volevo bene”.