Se è nota la presenza di un villaggio fin dell’età del Bronzo sul Castellaccio, siamo attorno al IXVIII secolo A.C., grazie agli studi archeologici di Scarabelli, è meno nota la presenza di un’antica fortificazione. Il cosidetto Castel d’Imola – Castrum Imolas – pare si trovasse nella zona dell’attuale Castellaccio, sotto la pressione gota prima (535-553), longobarda poi, come spiegato da Stefania Bacchilega in “Il Forum, i castra e la Civitas”. Sul Castellaccio, inoltre, sembra si riconobbero manufatti pertinenti ad un cimitero alto-medievale ma anche l’esistenza di un pozzo alla veneziana, secondo la rilettura critica del vecchio scavo di Scarabelli a cura di Sauro Gelichi, in un articolo comparso sul sito dell’Università di Venezia.

LA TEORIA DEL CATRUM IMOLAE SUL CASTELLACCIO

Secondo Franco Merlini il “castrum Imolae” sarebbe sorto come propaggine esterna al sistema difensivo della città già dall’epoca romana, fino ad assumere, nel corso del VI secolo, un ruolo strategico e politico sempre più importante per la sua posizione, appunto, individuata sul Castellaccio. Una ubicazione dominante rispetto alla città, per la contemporanea fase di crisi che paralizzerà i centri in pianura (molto esposti ai saccheggi ed alle incursioni durante le vicende belliche).
Presso questo castello aveva sede il monastero benedettino di S. Matteo, attorno al quale si
sarebbe edificato il nucleo delle abitazioni site presso il castrum.
In tal modo, sotto la minaccia longobarda, gli abitanti della parte ovest avrebbero cercato rifugio presso S. Cassiano, mentre quelli “della parte orientale avrebbero passato il fiume, portando seco il nome ad Imulas, indicato all’accusativo plurale come nei toponimi degli Itineraria romani, e conferendo al castello, che la Fasoli ubica nel Castellaccio,[…] il nome del quartiere di provenienza”. . Purtroppo queste affermazioni restano formulabili soltanto a livello di ipotesi in quanto nulla oggi può indurci a credere, oltre al toponimo odierno relativo al monte Castellaccio, che proprio lì avesse sede il castrum Imolas e che il termine “
Imola” sia riconducibile ad una matrice romana piuttosto che longobarda.

I ROMANI A IMOLA

L’asse attraverso cui si irradiò il processo di romanizzazione di questi territori cispadani – come ricostruisce Stefania Bacchilega in “Il Forum, i castra e la Civitas” erano in ogni caso già abitati, fu la via Aemilia, lungo la quale i Romani avanzarono procedendo,
attraverso la centuriazione, alla riorganizzazione degli insediamenti preesistenti ed alla
fondazione di nuovi centri . Il centro, di matrice romana, ebbe la sua origine probabilmente intorno al 187 a. C. , seppure non si sappia con certezza quale fosse il suo nome originario.

L’area in cui sorse il centro urbano risultava favorevole alla presenza di un insediamento
vista anche la vicinanza del fiume Santernus che, in epoca romana, doveva scorrere più vicino
alla città e che, superato l’abitato, all’altezza di S. Prospero e Castelnuovo si divideva in due
rami. Nella primitiva fase della sua vita Imola era un forum, cioè un centro senza regolare costituzione cittadina ed era priva di cinta muraria fissa.
La dilatazione dell’insediamento avvenne soprattutto verso ovest in direzione di Bologna
mentre verso est l’espansione, in età romana e medievale, fu limitata dal corso del
fiume Santerno il cui alvo anticamente passava per l’attuale via Molino Vecchio.
E’ in questo periodo che la città passa da una posizione di centro secondario a quella di
organizzazione municipale (municipium): passaggio documentato dai reperti comprovanti un
ampliamento edilizio-urbanistico del centro.

Il suburbio attrezzato, quello che connetteva la città al territorio con la presenza di servizi
bivalenti, era quello occidentale. Tra gli elementi più caratteristici di quest’area si possono
sottolineare l’anfiteatro e la stessa necropoli (successivamente sede del primitivo insediamento ecclesiastico) di Villa Clelia-Croce Coperta che, dato il suo sviluppo diacronico (I secolo a. C – XII secolo d. C), costituisce elemento decisivo e caratteristico della storia dell’evoluzione urbanistica di questo territorio.

IL NOME IMOLA- ORIGINE QUASI SCONOSCIUTA


Gina Fasoli (studiosa del medioevo) pensò che il nome (che in principio venne attribuito dai
romani al nuovo centro) fosse Imulas o ad Imulas, con il significato di ”alle basse”, in riferimento a quelle terre che degradavano verso la riva del Santerno, presso cui gli addetti incaricati della messa in opera della via Aemilia si sarebbero accampati, formando il primitivo nucleo di questo centro cittadino. L’obiezione più forte che è stata avanzata contro questa tesi è costituita dalla scarsa attestazione nella letteratura latina dell’uso di questo termine, rinvenuto sino ad ora solo in un’ode di Catullo (XXV,2) nella forma di imulus.

Controversa rimane dunque l’origine di tale nome, che sarebbe presto stato abbandonato a favore del toponimo Forum Cornelii, e che in seguito, in un momento imprecisato del medioevo, sarebbe stato nuovamente preferito, scalzando definitivamente l’alternativa di ipotetica matrice “sillana”.
Nel caso imolese, la stessa via Emilia funzionò da decumano massimo nella costituzione
dell’insediamento urbano che, presumibilmente intorno all’anno 89a. C., prese il nome di Forum Cornelii, forse in dedicazione a Lucio Cornelio Silla, il quale avrebbe assegnato alla città il territorio compreso tra il fiume Senio ed il Sillaro.