Anticipò il provvedimento un lungo dibattito, che per molti degli anni seguenti accompagnò la nascita del nosocomio imolese. Dapprima vi fu l’intenzione dell’amministrazione ospedali, di un ampliamento dell’ospedale civile vecchio, che venne presentata in un piano. Un’opera che avrebbe visto un rifacimento del vecchio ospedale da realizzarsi a lotti. Che però risultò presto essere anti economico. Non solo, i lavori avrebbero paralizzato la struttura di viale Amendola per 4-5 anni, oltre a non corrispondere con le esigenze del sistema sanitario (una legge prevedeva che ogni posto letto avesse almeno 75mq di area e nel vecchio non vi erano questi spazi) anche a livello di sviluppo urbanistico andava in contrasto con le prospettive di sviluppo della città. Insomma, sul tavolo il vantaggio economico ma sopratutto tecnologico di una nuova struttura era evidente. -La ricostruzione- dalle cronache dell’epoca.


La costruzione dell’ospedale fu costellata da diverse problematiche. I lavori durarono quasi venti anni, tra problemi legati ai finanziamenti, aumenti dei costi, indagini (che poi si sgonfiarono in un nulla di fatto), cambio di normative che necessitarono di un adeguamento sulle infratrutture.
Nel frattempo, l’area per il nuovo complesso ospedaliero era già stata individuata.Il Comune mise a bilancio una prima somma per acquistarla. I terreni si trovavano tra il Seminario Diocesano e l’area di Villa Clelia, in una vasta area che sale lievemente verso la collina.

I lavori cominciarono nel 1974
Si procede per lotti distinti, facendo di necessità virtù, dal momento che i contributi statali per il finanziamento dell’opera sarebbero arrivati in tranches distinte. i lavori cominciano nel 1974 con il primo lotto per un importo di 852 milioni di Lire e per il mancante resto un contributo dell’ente ospedaliero. Il primo lotto comprendeva la metà del fabbricato anteriore in cui avrebbero trovato casa tre dipartimenti per 150 posti letto complessivi, gli spogliatoi, i camminamenti sotterranei, tutti i servizi con impianti relativi. La centrale termica, ciminiera e i piazzali.
IL PRIMO LOTTO E I RALLENTAMENTI
All’inizio degli anni ’80, emersero alcuni problemi di natura finanziaria.
Era già stato completato il primo blocco iniziato tra il 1973 e 1974 per un importo di tre miliardi di Lire ed erano cominciati i lavori per il secondo blocco, stimati in un costo di 5 miliardi e mezzo, che avrebbero dovuto concludersi entro il 1979.
All’inizio del 1980 sarebbe dovuta quindi entrare in funzione la prima parte del nosocomio, con 300 posti letto di Medicina Generale, chirurgia e ortopedia.
(foto : sx, l’ospedale in fase di ultimazione visto dalla collina del Seminario Montericco – foto tratta dal libro di Marco Pelliconi “Imola dalla ricostruzione allo sviluppo”. Sulla dx , l’ospedale in costruzione all’inizio degli anni ’80.)


LAVORI A RILENTO
Le vicende dell’ospedale iniziarono a diventare protagoniste del dibattito pubblico e politico, infiammando il consiglio comunale. Vedendo che il progettò non si prestò pienamente a funzionare per lotti, si iniziò a procedere a fasi realizzative parziali, a causa delle difficoltà nel reperire finanziamenti o anche per il blocco dei finanziamenti stessi dell’edilizia ospedaliera.
L’allora progettista, Architetto Angeletti, in un convegno del 1978 disse che “ad oggi il completamento dell’ospedale è quanto meno assai incerto e problematico.”
Nel 1981 – come scrisse il giornale “Il Comune di Imola” – venne rinviato e il contenimento di alcune soluzioni come i parcheggi e l’inceneritore, la conclusione dei lavori realtiva agli appalti in corso, la realizzazione di opere per un miliardo e 800 milioni. Ma venne commesso un errore nella revisioni dei prezzi, la cui stima di spesa venne calcolata in 2 miliardi e 500 milioni sebbene in realtà emerse che l’importo necessario ammontava a circa 6 miliardi.
L’INDIVIDUAZIONE DEI FONDI
Nel frattempo, il consiglio comunale deliberava lo svincolo di destinazione da attività sanitaria della clinica ginecologica ed ostetrica (un valore di circa un miliardo e 700 milioni) e dell’ex sede del consorzio provinciale antiturbercolare di viale Carducci, un valore di circa 250 milioni. Il ricavato si sarebbe dovuto convogliare al finanziamento della costruzione del nuovo Ospedale.
LE INCHIESTE
Si alzò un polverone attorno al 1983 in riferimento a fatti avvenuti tra il 1978 e l’80, durante la gestione dell’ente ospedaliero, su presunte irregolarità connesse alla costruzione.In particolare alla approvazione di un progetto esecutivo comprendente il capitolato d’appalto e la distinta dei materiali degli impianti elettrici. Il tribunale di Bologna dichiarò il non doversi a procedere nei confronti degli amministratori e dei tecnici dell’ente poichè il fatto non costituì reato.
(Sulla sinistra, una foto dell’Ospedale a lavori ultimati (1989). A dx, il plastico dell’edificio presentato all’inizio degli anni settanta. )


A Imola l’ospedale cambia quindi finalmente spazi, organizzazione, qualità delle apparecchiature sanitarie.
Il trasloco dal vecchio al nuovo ospedale avvenne “in corsa”, nell’autunno del 1989, cominciando dai laboratori, dai servizi e dalla radiologia.I servizi rimasero quasi tutti operativi -Il nuovo pronto soccorso in via Montericco si trovava sul lato opposto a dove oggi vi è il DEA, ovvero vicino a dove dovrebbe sorgere la camera mortuaria: aprì con la dotazione di 19 posti letto, una “astanteria”, tre ambulatori per le visite, uno di diagnostica, una sala di urgenza. Dopodichè vennero trasferiti i pazienti. Soltanto la rianimazione si sarebbe fermata una settimana (con copertura degli ospedali limitrofi). A Imola dunque, può finalmente aprire l’ospedale nuovo. Quello che mancava però, fu una nuova camera mortuaria.

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Che casino lospedale di Imola! Trattandosi di unopera pubblica, doveva sembrare un miracolo, ma è andata più lenta della ricostruzione di Imola dopo la bomba. Addirittura, per far quadrare i conti, hanno messo in palio una clinica ginecologica ed ostetrica… un po come vendere lauto per comprare il macellaio. Bravissimi! Comunque, vabbè, lospedale è finalmente pronto, anche se la camera mortuaria manca. Per fortuna, almeno i servizi sembrano funzionare. Un po come dire: Lopera è composta, ma manca il finale!hot wheels
Comunque, lospedale a Imola è stato un po come un relationship difficile: annunciato con entusiasmo, costruito a scapito di un po di tutto, con pause e mal di testa per i soldi. Hanno costruito un pezzo, hanno costruito un altro pezzo… poi si sono persi nel bosco. Il consiglio comunale era probabilmente più occupato a discutere parcheggi che a far funzionare il frullatore. E poi, boom! Trasloco nellautunno del 1989, più o meno come cambiare casa a metà capelli. Sorprendentemente, hanno continuato a funzionare quasi tutti, un miracolo della logistica. Solo la rianimazione ha preso una settimana di vacanza, chissà dove sono andati! In sintesi, un viaggio divertente, un po caotico, ma alla fine, ecco lospedale nuovo! #Imola #Ospedale #Storia #UnPoDiTuttohẹn giờ online