Nella bozza di progetto del piano di messa in sicurezza del bacino del Sillaro (osservazioni dei cittadini fino al 20 agosto) presentata il 20 luglio a C.Guelfo erano presenti molti cittadini e Comitati locali, anche del Santerno, Lamone e Val di Zena. I temi trattati sono stati molti. Esondazioni controllate l’extrema ratio a salvaguardia del territorio dopo una serie di misure che la Regione vuole adottare per laminare le piene. Intervenire in montagna per rallentare la velocità dell’acqua, casse di espansione e solo come ultima spiaggia esondazioni controllate anche grazie all’apporto delle servitù di allagamento. Serve però fare presto con i progetti. Gli enti sono molti, i cittadini chiedono a gran voce la messa in sicurezza del territorio evitando le evacuazioni.

Castel Guelfo. Centinaia di persone all’incontro promosso dal Comune. Presenti il sottosegretario Rontini, il Presidente De Pascale, i vertici dell’AdbPo, Arpae, Difesa del Suolo della Regione, tutti i Sindaci del territorio e il Pres.te del Circondario Panieri.

Sul Lamone e Marzeno, ha dichiarato il Presidente De Pascale, la bozza di progetto segue un periodo “in cui vi chiediamo di aiutarci producendo critiche e osservazioni , verificando le cose che diciamo, entriamo in una fase decisiva legata alla reazione agli eventi alluvionali.” .

La questione danni in appenino “è ancora lontana dall’arrivare a una soluzione”

Nel bilancio della Regione “abbiamo messo in campo il raddoppio delle risorse , aumentare sicurezza ma non schivare i problemi”  e sul passato “siamo andati a edificare in aree vicino ai fiumi” Ma un sistema idraulico, secondo De Padcale “che anche nel suo stato di forma migliore di tutti non è progettato e realizzato per gestire i volumi di acqua piovuti negli ultimi due anni, in alcuni casi in crisi nel 2024, e viceversa. Ci sono tutti gli scenari. Oltre al tema della manutenzione e riparazione il tema centrale è quello di aumentare la capacità del nostro sistema.”  E sui tempi “Partiamo subito non nel 2027, entro maggio dell’anno prossimo dobbiamo presentare il piano dei lavori coi primi cinquecento milioni di interventi per gestire grandi quantità di acqua. Ma noi vorremmo presentarlo prima. “

E sul SIllaro e la nuova bozza di progetto “Per un mese diamo la possibilità si cittadini per le osservazioni poi ci assumiamo la responsabilità” E sulle condizioni di sicurezza dei fiumi “Ogni anno dobbiamo consegnare il nostro reticolo più sicuro di prima” 

E sugli alberi “c è chi dice che basterebbe fare la pulizia degli alberi e non avremmo niente”   e sugli argini “Dobbiamo combattere la rottura arginale con tutti noi stessi ” e il riferimento alle casse di espansione “Partiremo dalle grandi opere” e sulle tracimazioni controllate “su Faenza non é la tracimazione controllata la prima cosa da fare”

Ha preso poi la parola la Dott.ssa Monica Guida (difesa del suolo Regione E-R)

Per quanto riguarda il Sillaro ” è importante intervenire a monte di Castel San Pietro , si tratta di una complessità maggiore perché il tratto è inciso, serve recuperare aree di pertinenza fluviale , potenziare sistema arginale, attenta riorganizzazione dei ricapiti dello scolo di pianura , difesa localizzata, tentare un allargamento del sistema arginale , tracimazione controllata, revisione complessiva di tutta la pianificazione di bacino “

Sulla tracimazione controllata, definita l’ultimo stadio dei provvedimenti

“L’area ipotizzata in destra Sillaro tra sp50 e fino alla cassa di espansione del Correcchio” 

E’ poi interventuto il Dott. Colombo dell’Autorità di Bacino del PO

“Manutenzione straordinaria dei sedimenti in golena e in alcuni casi valutare l’arretramento arginale”  Dopo il superamento della portata limite, si dovrà gestire la piena con “la tracimazione controllata grazie anche a servitù di allagamento”

Viene poi mostrata la simulazione di allagamento del Sillaro.

Nello studio Brath del 2009 sulle casse di espansione del Sillaro (committente CTI) ci sarebbero diverse modifiche da attuare, poichè dall’epoca sono mutati diversi fattori. Come ha ripercorso il Prof. Brath, “Nell’ ipotesi progettuale si agisce sul lotto A e B  con abbassamento del piano campagna, lotto già abbassato ma ad una quota non ancora ottimale.” E sul deflusso della piena “va rallentato prima che arrivi a valle col contribuito della laminazione, la progettazione ci dirà il beneficio effettivo” Il Progetto del 2009 era molto avanzato , con una laminazione prevista di 3,184 milioni di metri cubi. Eventualmente si potrebbe raggiungere i cinque milioni di metri cubi con l’apporto della cassa sul Correcchio, manutenzione vegetazione” Nel frattempo però,

Per velocizzare la fruizione della messa in opera serve “utilizzare il lotto A e B” e sugli argini “quelli fatti erano stati tombati” e quindi adrebbero ricostruiti.

Tra i vari interventi dei cittadini, spicca quello del geologo Galassi, anche applaudito dal pubblico, che ha fatto notare come lo studio debba necessariamente tenere conto di una minuziosa manutenzione della montagna e del Sellustra, con interventi a protezione delle frane , andando quindi a ridurre il solido che potrebbe ricadere in alveo, riducendo quindi la portata della sezione fluviale .