(foto Olimpia)
Imola. Erano l’inverno del ’66. La prima nevicata registrò poco più di venti centimetri. Non si registrarono particolari disagi, salvo qualche difficoltà al traffico. Il freddo era polare, quell’inverno si arrivò a – 10°C . In quei giorni, il Comune interveniva con tempestività nello sgombero di strade e nella riattivazione del traffico. Spargendo sale anticongelante (spesi allora 4 milioni di vecchie lire) e diversi interventi degli spalatori. Ad ogni nevicata anche i giovani erano pronti a tirare fuori in poco tempo tutto l’occorrente per trascorrere qualche ora sulla neve. Una delle tante salitelle del parco delle Acque Minerali, di Domenica, si riempiva così di pubblico. Il Castellaccio era gremito di gente di ogni età: mamme, bambini, ragazzetti armati di sci e slittini. Indosso i giacconi e ai piedi gli scarponi. Non mancavano quindi le eccitanti scivolate lungo i pendii cittadini innevati. E quindi il Castellaccio diventava, per qualche giorno, un campo da sci a formato cittadino. Altri imolesi si recavano in Val Sellustra e là, badili alla mano e buona volontà, allestivano addirittura una pista di considerevole lunghezza. Nevicava ad ogni inverno, nevicava di più, e nelle cronache imolesi dell’epoca si lamentava addirittura l’assenza di un luogo adatto per i giovani amanti della neve. Dai primi anni ottanta però , la situazione assumeva un cambiamento importante. Con l’apertura al pubblico del parco Tozzoni, la collinetta di via Montericco si sarebbe presto trasformata in una vera e propria stazione sciistica. Diventando quindi un vero e proprio punto di riferimento per le scivolate degli imolesi sulla neve.
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