La vendita della cantina di Sasso Morelli a Poletti avrebbe creato non pochi mal di pancia in Cavim: le cantine Ermes e Agrintesa avrebbero avanzato migliori offerte ma di fatto é stato Poletti a spuntarla (risulterebbe fosse l’offerta più bassa)
Il il 15 luglio scorso, la Dott.ssa Colonelli, armata di nuovi consulenti, avrebbe comunicato di valutare una revocatoria della vendita a Poletti.
Tra i punti, messi a verbale per quanto riguarda i prossimi passi da valutare presumibilmente entro l’estate, spunta quello più importante.Ovvero quello di verificare se vi fossero i presupposti per contestare l’operazione di cessione dell’azienda, in quanto venduta a valori molto inferiori rispetto a quelli presenti nei bilanci, e anche rispetto alla perizia che era stata redatta. Ma anche di valutare una contestazione circa le cosiddette “operazioni straordinarie”, come il pagamento di un rilevante credito ipotecario seguito alla cessione dell’azienda. E inoltre, valutare di dare incarico all’accertamento giudiziale dello stato di insolvenza della società, al fine di ricomprendere nelle eventuali azioni revocatorie fallimentari che venissero proposte dal commissario liquidatore poste in essere nel corso della procedura di composizione negoziata.
Sia chiaro, il rogito esiste e dimostra naturalmente che la vendita è valida. In sostanza, Poletti può tenersi la cantina, ma si terrebbe anche i debiti: ossia, se una vendita viene effettuata nell’ambito delle autorizzazioni del giudice i debiti vengono meno, come succede nei fallimenti; in questo caso si trattava di una CNC ( composizione negoziata della crisi) e per poter aver l’esenzione dei debiti occorre seguire quello che ha decretato il giudice: Poletti lo ha seguito? Per cui, secondo il parere dei soci, o Poletti si tiene l’azienda e anche i debiti, oppure gli potrebbe poi convenire ridare indietro l’azienda ( alla Cavim,la quale la rivende poi a qualcun altro). Insomma, un errore che potrebbe costare caro.
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