L’INCREDIBILE TESTIMONIANZA DI ANGELO ORSI, AMICO DI SENNA CHE NON HA VOLUTO TRADIRE IL SUO AMICO DISTRUGGENDO LE FOTOGRAFIE DEL PILOTA IN FIN DI VITA
“Perché ero al Tamburello? Una cosa abbastanza strana. Per noi Imola era il Gran Premio di casa e cercavamo di coprire tutte le curve del circuito e decisi di andare al Tamburello perché tutte le altre curve erano piene di fotografi. Quello è un posto dove normalmente non si va. Decisi di andare a fare la partenza lì. Poteva venire un immagine abbastanza diversa. Andai sul tetto della postazione 2 per riprendere l’inizio della gara .. Ricordo i giri dietro la pace-car, la ripartenza, ricordo l’ultima fotografia fatta ad Ayrton davanti alla Benetton di Schumacher.
Con la coda dell’occhio ho percepito poi che qualcosa fosse successo perché la postazione 2 è all’ingresso della curva del Tamburello. In quel momento il commissario mi disse che c’era stato un incidente alla curva del Tamburello. Mi hanno detto che all’uscita della curva c’era una macchina nel muro..Dovrebbe essere Ayrton mi dicono..


A quel punto sono sceso dalla postazione e col motorino che stava lì sono arrivato praticamente nel momento che stavano tirando fuori il pilota dall’abitacolo adagiandolo dall’asfalto. Ma ero coperto da medici e paramedici .Non mi sono comportato in maniera troppo professionale in quel momento, scattando cinicamente tutto quello che succedeva, perché ero abbastanza emozionato..Però il mio dito e la macchina fotografica hanno continuato a scattare. Mentre i medici raccontavano quello che stavano facendo su Ayrton . che io continuavo a non vedere perchè era coperto. A un certo punto lo hanno caricato sul lenzuolo e lo hanno caricato sopra l’elicottero, che stranamente era arrivato fino alla curva del Tamburello per portarlo fino all’ospedale Maggiore di Bologna.

Senna e Ratzenberger

“Torno al box dopo l’incidente, prima che riprendesse la gara. Intanto abbiamo fatto portare i rullini nella redazione di Autosprint a Bologna. Con il giornalista che portava i “rulli” a Bologna mi raccomandai che il rullino dell’incidente andava subito messo da parte, prima di utilizzarlo e fare qualsiasi cosa lo dovevamo guardare prima noi. Io finita la corsa tornai in redazione, dove incontrai subito uno dei capi, che mi disse che avevano guardato le foto dell’incidente e avevano messo il rullino dell’incidente sulla mia scrivania.”

“Io con il macchinista andai sulla mia scrivania, tirai fuori le diapositive e in effetti c’erano 4-5 fotogrammi che erano abbastanza crudi. D’accordo con gli altri decidemmo che quelle fotografie non sarebbero mai state viste da nessuno e furono distrutte.
Qual è la foto più bella che abbia mai scattato? Forse ce n’è una più bella che forse avrei potuto realizzare. È quella che mi aveva chiesto di scattare Ayrton alla fine del GP di San Marino, vincente, caricandomi alla curva della Tosa, sopra alla macchina, per una foto con le due bandiere brasiliane e austriaca; da dietro, con lo sfondo tutta la collina della Tosa. E insieme saremmo tornati ai box. Ayrton era un grande estimatore di fotografie, molto appassionato, e ci teneva tantissimo ad avere questa fotografia, che ci avrebbe forse anche provocato dei guai dato che non sarebbe stata gradita dalla FIA una mossa del genere. Ayrton mi disse, noi la facciamo, poi vediamo che succede. QUESTA è stata la fotografia più bella che purtroppo non abbiamo mai realizzato. “

fonte:Automoto

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