II episodio sulla storia della Pedagna: Erano gli anni ’70, la Pedagna come risposta alla grande esigenza abitativa. La corsa da campagne e colline e da chi poteva finalmente accedere alla prima casa o a un alloggio dignitoso.

CONTESTO SOCIALE

Come viene ricostruito da Quinto Casadio in “Insieme per la Conquista della Casa” il contesto in cui crebbe la Pedagna era di forte necessità abitativa. Prima di allora molti vivevano nelle frazioni, in campagna o in collina, in alloggi non adeguati. La Pedagna da una risposta a chi vuole accedere alla prima casa. Alle giovani coppie, con mutui agevolati.
Nell’ultimo decennio il contesto economico e sociale era mutato profondamente. Le utopie del boom economico degli anni ’60 si erano scontrate sugli anni di piombo. Tuttavia erano nati provvedimenti come la legge 5 agosto 1978 n.457, che riordinava la normativa in materia di edilizia residenziale, aumentando le risorse destinate al settore e pianificando gli interventi a scansione decennale. La ripresa produttiva e dei livelli occupazionali, programmando dunque l’offerta di alloggi sul territorio, per soddisfare i “bisogni abitativi delle famiglie che occupano alloggi inadeguati”, e quelle di nuova istituzione, stimati sulla base di proiezione demografica. Si coglieva con quella espressione la tendenza alla costituzione di famiglie mononucleari ancora incipiente nella società, accentuatasi poi rapidamente negli anni a venire.
Il Piano decennale per la Casa dunque, forniva anche alla Regione strumenti per la pianificazione territoriale nel settore dell’edilizia abitativa di natura economica e popolare.


LE PRIME GRU


“Alla fine del 1977 erano in avanzato stato di costruzione gli edifici, con dimensioni che andavano dai 15 ai 24 appartamenti: palazzi progettati sulla base di criteri estetici e strutturali innovativi, mutuati dalla migliore cultura urbanistica del momento , che si inserivano in un contesto caratterizzato da ampi spazi verdi e di percorsi pedonali e ciclabili, atti a favorire collegamenti rapidi e non inquinanti. Le abitazioni, erano dotati quindi di tutti i confort suggeriti dalla più aggiornata ricerca in materia.”

ESPANSIONE DELLA CITTÀ



“All’inizio degli anni sessanta si presupponeva un’espansione della città e così si predispose una variante generale al Piano Regolatore che avrebbe ridisegnato un volto nuovo a Imola: l’incarico della redazione della Variante venne affidato agli architetti Cleto Morelli e Giuseppe Campos- Venuti, sostenitori di una cultura urbanistica fortmeente innovativa e tecnici di prestigio a livello internazionale. Si rovesciava dunque l’ipotesi di un’espansione a macchia d’olio come era stata ipotizzata nel 1953, circa dieci anni prima di questa Variante, ma individuando zone di forte crescita sull’asse Nord-Sud., per il quale sarebbero state necessarie le infrastrutture adeguate. Sul versante abitativo fu prevista una forte tutela del centro storico e del suo insediamento: la zona di maggior sviluppo e insediamento fu individuata nella Pedagna, disegnata come secondo polo urbano come popolazione di circa 15.000 abitanti, separato completamente da quello storico e aree intermedie.
La Variante dunque giunge nel 1969 e garantì uno sviluppo armonico della città, che vanta ancora oggi una quantità di verde pro capite fra le più alte d’Italia e un livello di servizi invidiabili.
In particolare la Pedagna, in cui venne individuata una quota consistente di aree Peep, crebbe e si espanse sulla base di parametri che garantivano un’alta qualità della vita, anche grazie all’apporto che in quella fase seppero dare le cooperative edificatrici.”

https://www.laltraimola.it/2023/08/12/pedagna-imola/