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FLORIM VERSO L’ESPANSIONE, IL “NO” DELL’ASSESSORE: “IMPATTO INQUINANTE RILEVANTE”

Giovedì 20 ottobre scorso si è riunito il consiglio comunale di Mordano in merito all’importante tema dell’espansione dell’azienda Florim, per esprimersi in merito alla compatibilità urbanistica delle modifiche proposte.

L’AMPLIAMENTO

Il progetto riguarda la ristrutturazione e l’ampliamento dell’impianto con conseguente
incremento della capacità produttiva dall’attuale 230.000 t/anno a 320.000 t/anno, con
un incremento di numero di addetti che passeranno dagli attuali 360 ai futuri 410. Nello
specifico gli interventi riguarderanno la realizzazione di un nuovo piazzale di stoccaggio
delle merci; nuovi impianti presso il Plant 1; nuovi impianti presso il Plant 2, una serie di
opere edili tra cui la demolizione e ricostruzione della palazzina uffici (sale meeting,
ambulatorio, ecc.), la ristrutturazione del locale mensa, nuovi locali tecnici (centrale
termica), il tombamento di un tratto di canale consorziale e la realizzazione di un bosco
urbano e annessa vasca di laminazione;

IL VOTO CONTRARIO DELL’ASSESSORE

Le votazioni dell’aula si riassumono con 12 favorevoli (il Sindaco e i consiglieri comunali) e soltanto uno contrario, l’assessore all’ambiente Federico Squassabia.
L’intervento di quest’ultimo ha destato molta attenzione, in quanto unica voce “fuori dal coro”, in linea e a sostegno di alcuni residenti della Borgata Chiavica preoccupati per l’espansione di Florim: stiamo parlando di un’importante realtà produttiva che da lavoro a centinaia di persone, questo va ricordato. I lavori di ampliamento dello stabilimento sono importanti: stiamo parlando di un incremento produttivo del 39% con un’occupazione di 4,4 ettari di terreno agricolo, sul versante del lato del paese.
Il punto è : esistevano opzioni diverse per l’ampliamento oppure vi era soltanto questa soluzione ? E’ sempre stato riferito che non ci fossero alternative: i residenti ci hanno riferito: “abbiamo trovato un accordo operativo su 18 ettari sul lato di via Selice, neanche a 2km di distanza dallo stabilimento, rimanendo così nel territorio dello stesso comune: l’alternativa c’era ma ci hanno detto un sacco di bugie. La nostra osservazione è stata ignorata, si poteva sia andare incontro all’azienda sia ai cittadini, alleggerendo il peso di eventuali ricadute ambientali; non si è fatto nulla in questa direzione”.

L’INTERVENTO DI FEDERICO SQUASSABIA, ASSESSORE ALL’AMBIENTE

“Prima di entrare nel merito della delibera in questione e, in generale del PAUR a cui è strettamente legata, vorrei prima di tutto ringraziare il sindaco che, in questi ultimi 3 anni, ha speso tempo e energie insieme a me, nelle sedi istituzionali e non, per avanzare nella risoluzione delle problematiche derivate dal primo insediamento di Florim. I risultati ci sono sicuramente stati.”

“La delibera in questione si incastra in un procedimento più complesso (PAUR) che in sostanza non solo vede la trasformazione di terreno agricolo in produttivo di 4,4ha ma anche l’aumento produttivo con l’installazione di due ulteriori linee.”

“Da un punto di vista ambientale il procedimento è stato oggetto di parecchie discussioni tra gli enti, che hanno portato ad una serie di prescrizioni; alcune di queste hanno lo scopo di mitigare l’aumento considerevole di emissioni che l’azienda avrà. L’impatto inquinante infatti è stato definito rilevante a livello locale e globale.

“Una delle mitigazioni individuate fin da subito, dalla conferenza dei servizi, è stata la costituzione di un bosco urbano sui terreni aziendali che funzionasse da schermo per mitigare l’aumento di polveri previsto e altri inquinanti, provenienti dal sito produttivo, e che tamponasse anche gli effetti legati al consumo di suolo e dunque alla perdita di permeabilità (4,4 ha di terreno cementificati).

“Si era delineato come dimensione massima di tale intervento 7ha in maniera tale che non si generassero aree intercluse, e diventasse un’area di riequilibrio ambientale con espresso riferimento alla borgata residenziale limitrofa e all’abitazione interclusa.”

“L’azienda ha sempre manifestato il parere contrario a questo tipo di soluzione in quanto ha affermato, nella figura del presidente Lucchese, che quei terreni sono essenziali per ampliamenti successivi (nuovi forni/nuove soluzioni industriali).”

“Il giorno prima della conferenza dei servizi decisoria finale ( quindi dopo ben 5 mesi di discussioni), sotto suggerimento della regione Emilia Romagna, Arpae Sac ha modificato le bozze già inviate agli enti su questo punto, facendo scendere l’ampiezza del bosco urbano a 2,1ha ca (suddivisi in varie aree) nonostante l’amministrazione comunale avesse già predisposto la classificazione di una “DESTINAZIONE ECOLOGICA AMBIENTALE” su quei terreni utile per l’attuazione della piantumazione.”

“Questa improvvisa riduzione/retromarcia di fatto genera i seguenti danni : primo tra tutti la perdita della possibilità di creare una zona ad alto contenuto ecologico che agisca come schermo di dimensioni notevoli in termini di assorbimento degli inquinanti sia di mitigazione delle temperature (una sorta di oasi di Bubano, ne abbiamo già un esempio sul territorio). Ricordiamo che con l’intervento proposto la cementificazione dell’area aumenterà e si costituirà una isola di calore di 30ha, considerando l’intera area artigianale. Certamente siamo tutti consapevoli che per bilanciare esattamente l’aumento emissivo di CO2 ci sarebbero volute decine e decine di ettari, proprio per questo la riduzione anche di quel poco proposto in prima istanza diventa incomprensibile. In secondo luogo risulta incomprensibile l’atteggiamento dell’azienda che insiste nel considerare come zona utile a ulteriori future espansioni produttive un terreno attualmente non edificabile posto nelle vicinanze di recettori sensibili che in questi anni hanno subito, e alcuni subiscono ancora, grandi disagi (rumore, vibrazioni, polveri, odori sgradevoli, ricaduta inquinanti ecc.) : sia chiaro che non si è tornati per queste abitazioni al livello di qualità della vita pre-ampliamento.”

“Proprio per questo motivo non vedo come sia possibile, per questa area rimanente, considerare utilizzi futuri produttivi e la soluzione “bosco” è sicuramente la migliore in assoluto in termini di sostenibilità e opportunità per tutti.”

“In generale, l’impatto dell’azienda a livello emissivo aumenterà (inquinanti a camino, mobilità di autoarticolati) seppur rimanendo nei limiti autorizzati ad oggi (il flusso reale aumenterà) Proprio per questa motivazione le mitigazioni di un bosco correlate ad un aumento di energia fotovoltaica (nel caso vengano realizzati impianti ulteriori a quelli installati sul piazzale stesso, parcheggi, tetti ecc. ) potevano parare il colpo e caratterizzare, per quanto mi riguarda, tutta l’operazione come appena accettabile in termini di sostenibilità ambientale. Ricordo anche che si era auspicato di tendere verso un investimento sostenibile ambientalmente (non peggiorativo) in una nota congiunta comune-azienda. Non ravviso nemmeno attenzione, da parte dell’azienda proponente, sul razionale consumo di suolo (anche questo argomento era stato messo nero su bianco nel comunicato congiunto e ricordo anche che non brilliamo come comune per consumo di suolo : i rapporti ISPRA degli ultimi anni ci vedono nelle retrovie) : nessuna riduzione rispetto alla proposta iniziale, nessuna soluzione alternativa (es. zona artigianale a 2km dall’azienda che con il progetto di trasporto pesante elettrico presentato non comporterebbe aumenti emissivi).

” In generale, su questo punto, sollevo un grosso dubbio sulla legittimità di questa delibera: i presupposti dell’art.8 DPR 160/2010 non paiono sussistere in quanto la richiesta di variante urbanistica è possibile soltanto “nei comuni in cui lo strumento urbanistico non individua aree destinate all’insediamento di impianti produttivi o individua aree insufficienti” . Sul territorio sappiamo che il terreno artigianale su via Selice di ca. 17 ettari era ed è presente. Tra l’altro questa delocalizzazione ( possibile in termini economici e tecnici in quanto già operata da un’ altra ceramica della zona a Bagnara di Romagna, La Fabbrica), sarebbe stata sempre sul territorio di Mordano ( 2Km di distanza) e avrebbe tolto “pressione” da un sito che più volte è stato ricordato, in conferenza dei servizi, sensibile da un punto di vista ambientale.”

“Tra le note negative voglio sottolineare che i due nuovi forni aumenteranno le emissioni di diossine: la possibile presenza di questo inquinante è stata più volte ribadita in passato dal sottoscritto, considerando la relazione del Ing. Bertoldi, sia in qualità di portavoce del comitato Chiavica sia come assessore all’ambiente, ed è stata sottolineata anche dall’amministrazione precedente (Ing. Duri) che chiese analisi puntuali al riguardo dopo l’installazione dei postcombustori ( analisi trasformate in una tantum…..in sostanza una per punto emissivo) . Tale inquinante è risultato presente nei fumi Florim dalle ultime analisi di Arpae . Da un lato la nota positiva è che per lo stato attuale le concentrazioni siano al di sotto dei limiti normativi ( rif. inceneritori).”

“Da un altro lato ricordo che queste sostanze altamente tossiche, cancerogene si accumulano e bioaccumulano, ciò significa che non vengono degradate una volta in atmosfera, a terra o in esseri viventi.”

“Lo studio prescritto per approfondire e capire le quantità in gioco, dove si generano, se a monte o a valle del post combustore deve essere fatto il prima possibile ( e non tra mesi…ricordo che il primo post combustore fu installato nel 2019) per eventualmente considerare eventuali abbattimenti e limiti in AIA ( ricordo che sul nostro territorio la Wienerberger ha questa prescrizione in AIA). Voglio ricordare che tale proposta fu portata più volte all’attenzione degli enti sia dall’amministrazione precedente (Ing. Duri) sia dall’attuale.”

“Ravviso un’altra criticità enorme sui consumi altissimi in termini di m3 cubi di metano che tale impianto già ha e accrescerà con l’ampliamento ( + 28,5% rispetto al periodo metà 2020 e metà 2021) . Arriveremo a circa 47 milioni di mc3 anno. ( 16 volte tutto il comune di Mordano). La situazione attuale di crisi energetica penso debba privilegiare azioni volte ad un risparmio degli attuali consumi e non ad ulteriori crescite. Considerato che i prossimi inverni si apprestano a diventare particolarmente difficili in termini di riscaldamento e approvvigionamento. In generale non comprendo come in un momento storico dove i combustibili fossili scarseggiano si possa autorizzare impianti del genere ad aumentare i loro consumi come se la materia prima fosse infinita, come se il riscaldamento globale fosse qualcosa di non reale, come se qualsiasi istituzione, dalla più piccola alla più grande, non debba fare la propria parte. “

“Voglio sottolineare che non si tratta di bloccare imprese, crescita economica ecc. ma trovare una nuova strada in cui la sostenibilità ambientale sia massima e sempre messa al primo posto e non subordinata al profitto. Ogni azione che si fa oggi per ridurre impatti ed emissioni è indispensabile per dare un futuro ai nostri figli e nipoti. Penso che sia chiaro che non avranno a disposizione tutte le risorse di cui disponiamo noi come materie prime e terreno. Ogni anno le condizioni climatiche peggiorano, le estati sono sempre più calde e la presenza di alberi è sempre garanzia di un “condizionamento naturale” per tutti, lavoratori e residenti.”

“Qualcuno affermerà “ma Mordano è piccolo, è un “francobollo”? Influisce pochissimo questo ampliamento a livello globale”. Penso che ognuno debba fare la propria parte in questa partita per il futuro ed eventualmente anche la parte di chi o per paura o per opportunità decida di non far nulla, perché in fondo è più semplice essere forti con i deboli e deboli con i forti e nascondersi.”

“Sulla base di questi principi mi sono impegnato e mi impegnerò al massimo se la mia presenza e le mie competenze verranno richieste, accettate e ascoltate.”

“Da questa vicenda nessuno ne deve uscire umiliato”, con questa frase del sindaco, che condivido pienamente, non posso che osservare come gli abitanti della Chiavica siano rimasti quelli in difetto, quelli umiliati, mentre l’azienda ha portato a casa quello che voleva. Le osservazioni numerose e dettagliate che sono state fatte in sede di conferenza dei servizi dai residenti non hanno ricevuto il giusto peso e la giusta attenzione. Il piazzale è stato fatto come presentato, le emissioni sono aumentate, il bosco urbano ridotto di molto e la possibilità di nuovi ampliamenti rimane reale. Ricordiamo poi che rumori, vibrazioni e soprattutto la ricaduta degli inquinanti riguarda in primis i recettori più vicini. A mio avviso le probabilità che riprendano i disagi ci sono e il rischio che la loro individuazione e risoluzione richieda mesi e mesi è possibile. L’azienda in primis non potrà sottovalutare o trovare giustificazioni su eventuali problematiche, i margini di errore non ci sono più.

“Per concludere non posso dire, e qui mi prendo anche la mia fetta di responsabilità, che l’amministrazione abbia saputo governare al meglio la nuova proposta di ampliamento. L’impegno c’è stato ma il risultato non è sufficiente.”

“Voterò quindi NO a questa delibera, perchè è la POLITICA e non l’ente ( ARPAE , AUSL) che decide quale è la direzione e quale è l’asticella per il miglioramento delle qualità ambientali, è la POLITICA che sceglie e i cittadini non comprendono i giochi di forma o lo scarico di responsabilità. I cittadini comprendono la sostanza, e la sostanza per me è difendere con le unghie e con i denti il futuro delle mie figlie, dei bambini e delle famiglie della Chiavica e di questo territorio. E difenderò anche il futuro di chi magari è scettico, chi non sa, chi non crede nel principio di precauzione, di chi avrà bisogno di capire, di chi ha paura e anche di chi gioca a deridere la mia competenza e impegno e le preoccupazioni delle persone e anche di chi, per età anagrafica, il futuro non lo vede.”

Concludo con una frase del nostro presidente Sergio Mattarella :

“Utopia non è fuga dal reale. Fra utopia e dovere morale vi è una stretta connessione.”

(FEDERICO SQUASSABIA)







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